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La Germania ha dichiarato guerra

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flags_of_GermanyLa Germania (dietro la quale si nascondono altre responsabilità) semplicemente impedisce all’Europa di attivare i normali meccanismi difensivi necessari per superare la doppia crisi: finanziaria, e della domanda aggregata. È in gioco la nostra sicurezza nazionale? La nostra democrazia? Il nostro benessere? La stabilità del nostro continente? Sì. E come se ci avessero dichiarato guerra. Qualcuno vuole di nuovo germanizzare l’Europa<<<leggi>>>

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/19/germania-dichiarato-guerra/184951/

Ma chi è “la Rete” ?

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Articolo leggibile direttamente a questo > LINK

Favia“Se la Rete ha reagito così, vuol dire che Grillo aveva ragione”. Bene, siamo alla prova del nove della cosiddetta “democrazia diretta del Web”. Andrea Defranceschi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, il partito di Beppe Grillo, è stato “sfiduciato” e di fatto invitato a dimettersi dal guru, con un messaggio sul suo blog personale, perché ha espresso un’opinione ritenuta difforme dai programmi e dalla linea politica del partito. Può anche essere, ma ritenuta da chi?

Chi decide, nel Movimento 5 Stelle, se un rappresentante eletto segue o no il programma? Per il suo collega consigliere Giovanni Favia, che pure ha cercato di rimediare, è molto chiaro come si prendono queste decisioni dalle sue parti: “Se la Rete ha reagito così, vuol dire che Grillo aveva ragione”.

Traduco: Defranceschi, eletto consigliere regionale con un metodo sicuramente democratico, le urne delle elezioni amministrative, viene sfiduciato da un po’ di messaggi che piovono “dalla Rete”, cioè arrivano su un blog che solo il gestore del blog controlla, scritti da militanti o forse no; dei quali si fa interprete l’autorità di un leader carismatico che nessuno ha eletto a nessuna carica.

Di decisioni prese dall’alto, da un leader vuoi carismatico vuoi proprietario, la politica italiana è piena. Ma le decisioni prese “dalla Rete” avrebbero dovuto essere, almeno erano state presentate come la novità rivoluzionaria, la nuova democrazia a prova di bomba scoperta dal movimento su cui Grillo ha messo la sua faccia.

Ma chi cavolo è “la Rete”? Dire che “la Rete ha reagito così” equivale a dire che “il telefono ha reagito male”. Io sto con Eduardo De Filippo. Quando gli telefonò un giorno “la televisione” rispose “aspetti che le passo il frigorifero”.

Come prende decisioni “la Rete”? Si è forse votato, “in Rete”, per capire se l’opinione di Defranceschi è più condivisa o più contestata? E chi vota, “in Rete”? E chi verifica se chi vota ha il diritto di farlo? Vota chiunque abbia un accesso a Internet? E se non si vota, chi conta, chi valuta, chi intepreta le “reazioni della Rete”? Chi le trasforma in decisioni politiche, in censure politiche, in sfiducie politiche? Basta che un mazzetto di persone di cui si sa poco o nulla sedute davanti a uno schermo mandi qualche messaggio infuriato per dire che “la Rete ha reagito male”? Posso allora decidere anch’io di sfiduciare Defranceschi, che non ho votato? Posso magari mettere assieme un centinaio di amici, nessuno dei quali ha votato Defranceschi e magari ha votato un partito che gli è avverso, per scatenare una campagna di “reazioni in Rete” contro di lui?

Questo bizzarro modo di affidare l’opinione di un’organizzazione politica a un magma inverificabile di “reazioni”, e cioè in sostanza a chi alza più la voce o meglio a chi ha il potere di interpretare le voci, per poi imporre questa presunta “reazione della Rete” con l’autorità indiscussa di un leader carismatico, mi pare perfino peggio, come pretesto per prendere decisioni politiche al di fuori di ogni garanzia e controllo, dei finti sondaggi di Berlusconi.

“Usiamo la Rete troppo e male”, ammette Favia, che non è uno stupido, intervistato da Beppe Persichella di Repubblica. Bene, tirate qualche conseguenza da quell’ideologico pericoloso tecno-entusiasmo, prima di farvene travolgere.

La foto: il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Giovanni Favia.

http://smargiassi.blogautore.repubblica.it/2012/01/03/ma-chi-e-la-rete/

Decrescita… de che?

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Esempio numero uno. Ogni giorno gettiamo una quantità di cibo buono (cioè ancora consumabile) nelle nostre pattumiere. Se ci limitassimo a non acquistarlo il Pil diminuirebbe, perché si ridurrebbe la deprecabile spesa per consumi, ma non staremmo peggio, anzi: mangeremmo ugualmente e avremmo meno rifiuti da smaltire.

L’esempio numero uno funziona benissimo, purché nella pattumiera, al posto del cibo che non sprechiamo, gettiamo i soldi che avremmo speso per acquistarlo… <<<leggi>>>

http://goofynomics.blogspot.it/2011/12/decrescita-de-che.html

Lettera di un consigliere comunale a Casaleggio

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Sono un consigliere comunale del MoVimento5Stelle,

uno di quelli che hanno colto l’invito di Beppe Grillo a: “rischiare qualcosa di proprio”.  Ho messo in gioco il mio tempo, la mia professione, la mia vita. Per i prossimi cinque anni e per sempre. Quando l’impegno sarà terminato, sarò un po’ più vecchio e verosimilmente con meno opportunità. Nel frattempo avrò compromesso quel poco che avevo costruito, ed avrò percepito qualche centinaio di euro al mese di gettone di presenza. Forse. Se il comune disporrà delle risorse necessarie per pagarmeli, perché oggi neppure questo pare più scontato. Forse sarò anche riuscito a dare il mio contributo per cambiare un po’ in nostro Paese. E questo mi permetterà di guardarmi allo specchio senza problemi.

Voglio subito mettere in chiaro lo scopo di queste righe. Dopo un doveroso ringraziamento per quanto di buono fin qui costruito, che non è poco. E’ molto. Voglio dirti questo, dal profondo del cuore. Vaffanculo. Vaffanculo a te ed ai tuoi deliri.

Premesso questo, ti illustro alcune delle ragioni per l’invito che ti ho appena rivolto. E prendo come spunto solo il recente comunicato politico numero 45.

Capisco e condivido la preoccupazione circa l’eventualità che il MoVimento si trasformi in partito. Non condivido affatto gran parte degli strumenti e dei metodi fino a qui utilizzati per evitare che questo accada, i cui tratti principali sono presenti nel comunicato stesso.

Primo. La selezione dei candidati.

L’avete già presa in culo con Luigi de Magistris e Sonia Alfano.  Aforisma popolare applicabile: “Nella testa non entra e nel culo va largo”. Il principio che chiunque possa candidarsi è sacrosanto.

Le elezioni comunali e regionali dimostrano che questo è il processo cardine. Sbagli i candidati, ed il danno te lo porti dietro per anni. Inverti i criteri di selezione della classe politica ed avrai rivoluzionato il Paese.

Non esiste un metodo infallibile. Tuttavia, nessun metodo, porta sicuramente a degli effetti gravi. Il metodo che è stato utilizzato un po’ in tutta Italia è quello della partecipazione, ossia, ancora una volta, metti in gioco qualcosa di tuo. Fallo e sarai candidabile. Ritrovati assieme ad altri a fare qualcosa per il MoVimento e per la comunità. Potrai essere valutato, misurato e candidato da chi con te lavora.

Ora, semplicemente ignorare che questo sia accaduto, è un atto di pura idiozia oltre che di prepotenza, ed offensivo nei confronti delle migliaia di persone che, come richiesto, hanno messo qualcosa di loro. Prima regola del management: “Se non sai come fare, chiedi aiuto”. Se non sei in grado di elaborare un processo di selezione dei candidati accettabile, chiedi aiuto. Ma non procedere ciecamente come nulla fosse accaduto fino ad oggi. Non è così.

Secondo. I filtri rispetto alle candidature.

Sono un dirigente di un partito tradizionale. Chiedo ai miei tesserati di iscriversi al Blog. Spingo su un mio uomo e lo faccio diventare un candidato del MoVimento. Le migliaia di simpatizzanti e di attivisti di cui sopra, voteranno per un candidato di un partito tradizionale.

A livello locale questo rischio è stato mitigato con una semplice contromisura, facendo leva sulle conoscenze interpersonali. Non poteva accadere, almeno non diffusamente, che un uomo di un altro partito diventasse un candidato del MoVimento. Dal monitor del tuo computer come pensi di risolvere questo problema? Ed anche se te ne accorgessi, con quale criterio poi potresti rifiutare una candidatura? Perché il candidato ti sta sui coglioni?

Terzo. La sicurezza del voto elettronico.

Chiunque desideri dilettarsi in attacchi alla piattaforma in uso, e disponga delle necessarie competenze (e là fuori è pieno di hacker pronti a vendere i loro servizi) può divertirsi un mondo nel variare i risultati del voto online a piacimento. Ma a parte questo. Perché migliaia di persone che aspirano a cambiare il proprio Paese dovrebbero fare affidamento su pochi individui dipendenti di una società privata? Qui si sta lavorando per il futuro, che passa attraverso i sacrifici di tanti attivisti. Non è più un diletto di pochi.

Quarto. I criteri di ammissibilità.

“… o non abbia esercitato due mandati, anche se interrotti.” Per quanto ne sappia io, Giovanni Favia è l’unico attivista di spicco in queste condizioni. Pochi mesi di amministrazione comunale, attualmente consigliere regionale. Non potrà candidarsi. Ora Giovanni Favia potrà stare sui coglioni a parecchia gente. A me personalmente non è mai stato simpatico. Ma da qui ad affinare un principio a suo sfavore, buon senso vorrebbe che ne passasse.

Chi si è trovato ad organizzare una, due oppure tre elezioni in sequenza stretta, sa perfettamente che le risorse umane di qualità sono limitate. E non perché si cerchino individui con caratteristiche al di fuori della norma. Ma perché, dato un gruppo di possibili candidati, si cerca sempre di premiare il merito, la competenza, l’impegno ed altro. Principi che sosteniamo da anni e che dobbiamo applicare innanzitutto al nostro interno.

Ora può bene verificarsi che un candidato “consumi” due mandati in pochi mesi. Un comune è commissariato, un governo cade. Magari è pure una persona valida. E noi ce ne priviamo per quale ragione logica? Non sarebbe più opportuno utilizzare il vincolo di due mandati come semplice linea guida ed invece i dieci anni di ruolo istituzionale come limite massimo? Oppure ci piace proprio darci le clavate sui coglioni alla Tafazzi?

Ma soprattutto, chi cazzo sei tu per fissare, di fatto, un nuovo vincolo – o una sua variante – senza chiedere il parere di almeno alcune delle migliaia di persone che compiono sacrifici da anni?

Quinto. Lo stipendio dei deputati e dei senatori del MoVimento

Non spetta a te deciderlo. Spetta al MoVimento ed anche a te in qualità di singolo – oppure uno vale uno solo quando fa comodo?

Come è stato fatto per le elezioni regionali. E come è ragionevole farlo. Per esempio, dopo avere valutato gli stipendi dei necessari collaboratori, che andranno inquadrati con regolare contratto, finalmente. E magari serviranno diecimila oppure ventimila euro per questo. Chi di noi è impegnato nelle istituzioni, sa bene che serve aiuto. E che non sempre è possibile trovarne su base volontaria. E magari non è neppure giusto, oltre una certa misura. Dunque serve denaro per pagare queste persone. E già abbiamo rinunciato ai rimborsi elettorali. Le paghi tu?

Sesto. L’accettazione delle condizioni.

Serve un contratto fra due parti. Dove in mancanza del rispetto delle condizioni accettate, una parte ricorra in giudizio per sottrarre le risorse percepite in violazione del contratto. Con prelievo diretto nel conto corrente su cui vengono accreditati gli emolumenti. Chi è la controparte del candidato? Gianroberto Casaleggio? Non è forse giunto il momento di dotarsi di una struttura giuridica di supporto? Se, tocchiamoci i coglioni, Beppe Grillo dovesse subire un infarto e rendere l’anima a Cristo, perchè noi attivisti dovremmo sottostare al tuo diktat per potere avere in uso il marchio MoVimento5Stelle Beppegrillo.it?

Settimo. Il Non Gruppo Parlamentare ed i Non Portavoce.

Avere abusato di sostanze psicotrope in età giovanile non è un peccato dal quale non ci si possa mai redimere. Farne pagare le conseguenze a migliaia di persone è invece grave. Il regolamento parlamentare rende obbligatoria l’iscrizione ad un gruppo per ogni membro della Camera e del Senato. Gli eletti del MoVimento possono alternarsi per periodi di tempo prestabiliti di fronte ai media. E non serve chiamarli Non Portavoce. Non stai più divertendoti in solitario. Devi rendere conto di quello che scrivi a tutto il MoVimento. Smettila di scrivere troiate.

Ottavo. La Rete​.

La rete è uno strumento. E può certamente essere un obiettivo che, un giorno, venga usata da tutta la popolazione italiana. Già succede in altri stati nel mondo. Ma i risultati elettorali sono stati ottenuti perché dei volontari sono andati in mezzo alla gente, nelle piazze ed ovunque, mettendoci la loro faccia ed il loro impegno. E quindi con il contatto fisico con le persone, che nessuna tecnologia potrà mai sostituire. Questo è vero oggi, sarà vero domani ed anche nel 2013. E l’affermazione continua che vi sia una relazione causa-effetto fra la diffusione della rete ed i risultati elettorali, è un’altra controprova degli abusi giovanili di cui sopra.

Nono. I cittadini si fanno Stato.

Per questo, non è utile che ai partiti si sostituisca una Srl oppure una Spa con pochi soci. Fai un passo indietro ed aiuta a costruire una struttura organizzativa che possa realizzare, quanto più possibile fedelmente, i principi che tutti abbiamo condiviso ed accettato.

Decimo. Uomini e donne alla camera ed al senato.

Principio sacrosanto. Nella pratica, se mandi una persona comune senza preparazione alla camera, oppure al senato, sei un idiota. E quale può essere l’ambiente più formativo se non un consiglio comunale oppure regionale dove gli attivisti del MoVimento possono supportarti, aiutarti e controllarti? La formazione è irrinunciabile per non mandare dei perfetti incapaci nelle istituzioni centrali. Se scrivi simili idiozie è semplicemente perchè non hai partecipato a nulla di quanto è stato fatto negli ultimi tre anni dal MoVimento. E non hai neppure l’umiltà per ascoltare chi lo ha fatto.

Gianroberto Casaleggio, vaffanculo.

Un consigliere del MoVimento5Stelle.

P.S. Ti sfido. Ti sfido a mettere ai voti i dieci punti qui riportati fra gli attivisti del MoVimento. Fatti consegnare l’elenco degli attivisti da tutti i Meetup d’Italia che abbiamo partecipato alle elezioni. Fanne un elenco. Affidalo ad una società terza. Fai in modo tale che il voto sia assolutamente anonimo. Chiedi chi è d’accordo e chi è contro. Diffondi i risultati.

http://tizianafabro.ilcannocchiale.it/2011/08/19/un_consigliere_eletto_con_il_m.html

 

Il MoVimento 5 Stelle è un “wannabee” della democrazia (diretta)

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Questo articolo comparve dopo le elezioni amministrative del 2011 nel sito www.spiritocritico.it (oggi non più visibile) a cura di Duccio Armenise; ingegnere, milanese, al tempo seguiva parecchie cose che avevano a che fare con la Democrazia Diretta, sostenitore, insieme ad altri, dell’allora Partito della (o per la) Democrazia Diretta, qualcosa di simile alla Lista Partecipata. Al tempo c’era molto fermento per la “DD”.

 

Scriveva: Oggi un po’ per scrupolo un po’ per curiosità mi sono andato a rileggere bene il “non statuto” della “non associazione” denominata “MoVimento 5 Stelle – beppegrillo.it“.

Questa voglia di farmi del male (leggi: di muovere una critica costruttiva al movimento in questione) mi è venuta dopo aver letto un articolo di Pino Strano circa l’errore che consiste nel pensare di risolvere il problema politico ripudiando a priori i partiti in quanto tali. Fallacia logica della quale è gravemente affetto il MoVimento 5 Stelle (M5S per gli amici, di Beppe Grillo).

A parte che il ragionamento è proprio infantile: i partiti sono brutti e cattivi? Perfetto: si risolve facendo un “non partito”, una “non associazione” con un “non statuto”… La prima parte del ragionamento si chiama “induzione” e secondo Bertrand Russell (1872-1970), uno dei più grandi logici contemporanei, è tipico di bambini e animali.

L’induzione è un procedimento che consiste nel prendere a esempio singoli casi particolari per cercare di ricavarne una legge universale. I primi due partiti italiani non sono democratici? Allora i partiti in generale non sono democratici.

Bertrand Russell osservò, con classico humour inglese, che pure il tacchino americano, che il contadino nutre con regolarità tutti i giorni, se adotta un metodo induttivo può arrivare a prevedere che anche domani sarà nutrito ma “domani” è il giorno del Ringraziamento e l’unico che mangerà sarà l’allevatore (a spese del tacchino)! Questa fu la celebre obiezione del tacchino induttivista.

La seconda parte del ragionamento si chiama invece, semplicemente, voler fare lo struzzo nascondendo la testa sotto tutta una serie di “non”, proprio per non definire quello che si è: un’associazione con finalità politiche, ergo, un partito.

Notoria è anche la “fase del no” che attraversano tutti i bambini nel corso del loro sviluppo psicologico, evidentemente alcuni non ne escono mai…

Ma torniamo alla democraticità dell’M5S.

La visione che se ne trae, leggendone le gesta rilevanti dal punto di vista democratico e mettendole a confronto col suo “non statuto”, è quella di un movimento che pretende di dirsi a “democrazia diretta“, e che in tal senso si sta anche adoperando in modo talvolta degno di nota, che però di democratico, al proprio interno, non ha nulla più del desiderio. Nulla più della volontà di alcuni membri di provare ad applicare grossolanamente il metodo dd (democrazia diretta).

L’M5S è un wannabee della democrazia. Vediamo perché.

Innanzitutto è utile esplicitare quali sono i requisiti minimi che un’associazione debba possedere affinché possa dirsi democratica (diretta):

  1. Deve contenere, in un documento ufficiale, la dichiarazione di voler adottare il metodo dd per la propria gestione interna;
  2. Deve contenere, in un documento ufficiale, la definizione della democrazia diretta così come sarà accettata al proprio interno;
  3. Deve contenere un documento ufficiale che definisca il livello di approssimazione con cui la democrazia diretta è applicata, motivando ogni inevitabile scostamento con le relative motivazioni tecniche.

Un’altra condizione fondamentale è implicite, oltre che probabilmente ovvia, ma è bene esplicitarla lo stesso:

  • L’associazione e ogni sua risorsa (con particolare riferimento a quelle più importanti/strategiche) devono appartenere ed essere sotto il diretto controllo dei suoi membri.

C’è anche una prova, di carattere oggettivo, che consente di verificare se una data associazione (ma vale anche per uno Stato) sia effettivamente democratico (diretto), trattasi della soglia minima:

  • I membri dell’associazione devono poter modificare anche sostanzialmente le regole fondamentali dell’associazione stessa agendo secondo gli strumenti messi loro a disposizione.

Ora confrontiamo queste caratteristiche con le peculiarità del MoVimento 5 Stelle, definite nel suo non statuto (o regolamento), qui:

Art.1 Natura e Sede:

[…]La “Sede” del “MoVimento 5 Stelle” coincide con l’indirizzo web www.beppegrillo.it.[…]

Art.3 Contrassegno (il Simbolo)

Il nome del MoVimento 5 Stelle viene abbinato a un contrassegno registrato a nome di Beppe Grillo, unico titolare dei diritti d’uso dello stesso.

Ricapitolando:

  • Il MoVimento 5 Stelle e relativo simbolo sono di proprietà di Beppe Grillo e dell’azienda Casaleggio Associati (essendo quest’ultima la detentrice dei credits del sito beppegrillo.it che coincide con la “sede” del MoVimento 5 Stelle).
  • Nessuno dei documenti minimi fondamentali risulta reperibile.

I membri del MoVimento 5 Stelle

  • non possono disporre del simbolo del movimento di cui fanno parte senza l’autorizzazione di Beppe Grillo, unico titolare dei diritti d’uso dello stesso;
  • non possono disporre autonomamente della risorsa comune più importante, che è il sito di beppegrillo.it;
  • non sono “equipotenti” (o “tutti uguali”), nel senso che nessuno di loro ha un potere all’interno del movimento paragonabile a quello di Beppe Grillo;
  • non possono prendere decisioni a maggioranza, che poi diventino operative, circa le caratteristiche più importanti del Movimento, quelle, cioè, che ne definiscono l’identità;
  • non possono modificare in alcun modo il regolamento del Movimento né le sue finalità (le famose 5 stelle del programma);
  • non possono nemmeno conoscere quale sia la definizione di “democrazia diretta” comunemente accettata all’interno del Movimento.

Il MoVimento 5 Stelle, a prescindere dalla sua auto “non definizione” è, in ultima analisi, un’associazione con finalità politiche, cioè un partito politico a tutti gli effetti (infatti si presenta alle elezioni politiche assieme a tutti gli altri partiti), di proprietà esclusiva di Beppe Grillo, con un programma politico in alcun modo modificabile dai propri membri, se non da Beppe Grillo stesso.

I membri del MoVimento 5 Stelle possono invece, e lo fanno, parlare di quanto importante sia la democrazia (diretta) per uscire dall’attuale pantano istituzionale e di quanto bello sarebbe applicarla per davvero.

La speranza è che sempre più persone, facendo esperienza di questo desiderio, si rendano conto di quanto esso sia disatteso all’interno del MoVimento 5 Stelle e si adoperino per migliorare la situazione. Dentro e fuori dal grillo-contesto.

Duccio Armenise                www.spiritocritico.it

**Wannabe (wannabee) si pronuncia uonabì ed è un vocabolo inglese, utilizzato sia come sostantivo che come aggettivo, originato dalla contrazione di want to be (voler essere).

Italiani in Germania. Le insidie del sistema scolastico tedesco. E l’ eccezione Berlino.

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In Germania il sistema scolastico è molto, molto diverso rispetto all’Italia. In quasi tutte le regioni tedesche infatti   ( Berlino per fortuna, oserei dire, rappresenta un’ eccezione ) la scuola elementare ha una durata di quattro anni. Dopo, o meglio già durante la quarta elementare , gli insegnanti “consigliano” i genitori su quale scuola superiore continuare a far studiare i propri figli. Si tratta di un consiglio però vincolante… <<<leggi>>>

http://romemeetsberlin.blogspot.it/2011/01/italiani-in-germania-le-insidie-del.html

La morale della favola irlandese

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flags_of_IrelandCi sono insegnamenti da trarre dalle recenti vicende dell’Irlanda. Intanto, non basta considerare quanto un paese cresce, occorre anche considerare perché cresce, poiché da questo dipende la sua capacità di onorare i suoi impegni finanziari. La crescita finanziata prevalentemente dal capitale estero si rivela intrinsecamente fragile. E certo, gli Ide sono meno facili da smobilitare, ma proprio per questo la necessità di remunerarli può essere una zavorra per un sistema economico per parecchio tempo… <<<leggi>>>

http://www.lavoce.info/archives/26654/la-morale-della-favola-irlandese/

Dati…

http://www.tradingeconomics.com/ireland/government-debt-to-gdp

Lascio il Movimento 5 Stelle

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Correva l’anno 2010 e correvano anche i mal di pancia. Il seguente posto era pubblicato a questo indirizzo ora non più esistente:

http://www.bolognacittalibera.org/profiles/blogs/lascio-il-movimento-5-stelle?xg_source=facebookshare

Scriveva Monica Fontanelli: alle scorse elezioni comunali di Bologna e alle regionali ho votato il Movimento 5 Stelle. Leggo i post di Grillo da anni, e ho visto nel Movimento una “speranza” per il nostro Paese. La scorsa primavera ho deciso di partecipare attivamente alle riunioni dello stesso. Avevo ovviamente letto il programma nazionale e ne condividevo i contenuti.

Sono insegnante e mi interessano molto quelli inerenti alla scuola. Ci lavoro da quasi 30 anni e la demolizione della scuola pubblica portata avanti dalla Gelmini, la circolare Limina in Emilia Romagna che invitava i dirigenti scolastici ad assumere provvedimenti disciplinari nei confronti degli insegnanti che avessero preso posizioni pubbliche critiche nei confronti della Riforma, la situazione sempre più drammatica del nostro Paese con la crisi economica affrontata con i tagli allo Stato sociale, hanno suscitato in me la necessità di assumere un impegno civile diretto.

Entrata nel Movimento ho organizzato il gruppo scuola, ho partecipato alle manifestazioni di protesta contro la riforma, convinta che il Movimento ne condividesse i contenuti. Come gruppo scuola, del quale ero la coordinatrice, abbiamo presentato un documento nel quale è stata analizzata l’attuale situazione della scuola pubblica e si chiedeva al Movimento di assumere una posizione chiara rispetto alla politica scolastica del Governo. Pochi e chiari principi: difesa della Scuola pubblica e conseguente NO alla riforma, laicità dello Stato e richiesta di abolire i finanziamenti alla scuola privata.

Abbiamo chiesto al Movimento di approvarlo. Non è stato possibile. La risposta del Movimento è stata l’ostracismo. Di scuola non se ne parla o, se si è costretti a farlo, comunque non si assume una posizione, perché all’interno del Movimento le posizioni sono diverse, inconciliabili e, per non allontanare nessuno, meglio far “finta di niente”, meglio discutere di cose più semplici. Il Movimento nei fatti non assume alcuna posizione sulla riforma della scuola, come non ne assume su moltissimi argomenti che riguardano il “sociale” e le politiche economiche di chi ci governa.

Poco per volta mi sono resa conto che il Movimento non è ciò che viene descritto da Beppe Grillo: il programma nazionale e lo stesso nome di Beppe servono solo come “specchietto per le allodole”, per attirare i voti di chi non ne può più dell’attuale classe politica, dei suoi privilegi e della sua incapacità di dare risposte credibili ai problemi del Paese. Il Movimento è eterogeneo, composto da persone che cavalcano la tigre della protesta e che affrontano solo argomenti “facili” sui quali convergere.

Quando si parla di piste ciclabili, o di spazi verdi nella città, o di diminuzione dei costi della politica, di raccolta differenziata, di nucleare. è facile trovare una convergenza di idee e di proposte. Diverso invece è assumere posizioni politiche rispetto alla riforma Gelmini, al finanziamento alla scuola privata, alla laicità dello Stato, ai diritti delle coppie di fatto, alla legge 194 sull’aborto, al problema ormai drammatico della casa, del precariato, all’accordo di Pomigliano, che non è un fatto isolato nel Paese, ma rappresenta il tentativo di togliere sempre più tutele ai lavoratori in tutto il Paese.

Su queste e altre problematiche il Movimento non è in grado di prendere una posizione, perché al suo interno ci sono persone con idee spesso contrapposte: vi sono conservatori e “orfani della sinistra”, laici e cattolici integralisti, uniti nella “protesta”, nei facili luoghi comuni, ma incapaci di avere un progetto realistico e coerente di più ampio respiro. Uno dei loro motti preferiti è che non sono un partito, non sono una casta. A mio modo di vedere sono molto peggio: “uno vale uno” è in realtà solo uno slogan.

Nelle assemblee si decidono solo alcuni aspetti, per lo più organizzativi, per il resto c’è un’oligarchia che decide per tutti: sono gli eletti e i loro stretti collaboratori. In questi mesi trascorsi nel gruppo l’assemblea non ha deciso nulla di rilevante dal punto di vista politico. Sono gli eletti Favia e De Franceschi che assumono in totale autonomia qualsiasi decisione politica a nome del Movimento. Quando ho chiesto di discutere in assemblea di alcune problematiche, come il finanziamento dato alla fine di luglio dalla Commissaria Cancellieri alle scuole private a Bologna, l’adesione alla manifestazione in difesa della scuola pubblica indetta a Reggio Emilia il nove ottobre scorso, la discussione sull’eventuale nomina alla presidenza della Commissione Pari Opportunità in Regione di Silvia Noè, l’accordo di Pomigliano e la necessità di assumere una posizione politica in difesa dei lavoratori, non ho mai ricevuto risposta.

Formalmente non rispondono, lasciano decadere, non ne parlano, così possono fingere di essere tutti d’accordo, così possono coesistere nel movimento posizioni spesso contrapposte, intanto gli “eletti” decidono per tutti, perché loro sono i “portavoce” del Movimento. Bell’esempio di democrazia! Ieri sera l’ultima “farsa”: i Consiglieri Regionali in assemblea pubblica hanno presentato un bilancio politico ed economico dei primi sei mesi in Regione, hanno “rimesso il proprio mandato nelle mani dei cittadini”, quindi c’è stata una votazione al fine di confermare o meno la “fiducia” a Favia e a De Franceschi.

Nessuna possibilità di porre domande ai Consiglieri, di discutere veramente su ciò che è stato o non è stato fatto. Una votazione plebiscitaria, ad alzata di mano, nella peggiore tradizione dei peggiori partiti. Uno “spot di propaganda”, non uno strumento di democrazia, una “trasparenza” di facciata. Un’autoesaltazione del proprio operato e una continua denigrazione di ciò che fanno “tutti gli altri”, questo è stato, in una povertà di contenuti e progetti reali davvero impressionante.

Stupefacente scoprire, tra l’altro, che il denaro proveniente dagli stipendi regionali dei Consiglieri (l’Assemblea ha deciso per loro un compenso di 2500 euro mensili ) non viene gestito dal Movimento stesso, ma dai Consiglieri che trattengono l’importo dovuto nei loro conti correnti personali! E questo sarebbe un approccio nuovo alla politica?

Per non parlare della chiusura totale che mostrano rispetto a tutte le altre realtà culturali presenti a Bologna. Nessun confronto e nessuna alleanza, questo a prescindere da possibili convergenze, perché solo loro sono portatori della “verità” grillina. Intanto, per le prossime comunali questo Movimento così aperto alla società civile, così diverso dagli altri partiti avrà un candidato sindaco alle prossime amministrative autocandidatosi e scelto da chi? Dagli elettori che lo indicano in base ad un programma?

No, scelto nel chiuso dell’assemblea degli attivi, e solo da chi risulta essere attivo alla data del 30 settembre 2010, scelto quindi da poche persone nella peggior tradizione dei partiti. Criticano i partiti, non accorgendosi però di essere ancor peggio degli stessi, perché non vi è alcuna reale democrazia all’interno.

E chi “osa” far presente certe incoerenze viene visto immediatamente come un “nemico”, qualcuno da isolare. E così vanno avanti senza prendere mai alcuna posizione chiara, convinti come sono che tanto saranno premiati elettoralmente in ogni caso: gli elettori voteranno sulla base di quello che dice a livello nazionale Grillo, il voto di protesta continuerà ad esserci e solo questo conta.

Far credere che vi sia un programma nazionale condiviso, far credere che il movimento rappresenti una novità, una possibilità di riscatto del Paese, parlare alla “pancia” delle persone, glissare su tematiche qualificanti perché una posizione chiara allontanerebbe qualcuno: l’importante è prendere voti da tutti, da destra e da sinistra perché loro sono “sopra” volano “alti”. Parole prive di un reale significato, solo vuoti slogan di propaganda.

Povertà culturale, intellettuale, politica. Inaccettabile quando da movimento di protesta si decide di entrare nelle Istituzioni, si decide di proporsi come forza che deve amministrare le città, le regioni e forse domani il Paese. Per farlo bisogna avere delle idee, occorre avere il coraggio di assumere posizioni politiche, di fare scelte chiare, condivise non solo dagli “eletti” ma dal Movimento intero e soprattutto uscire dalla facile ottica della protesta e degli slogan ad effetto, occorre occuparsi dei problemi reali dei cittadini e prendere posizioni chiare esponendo le proprie idee e cercando di aumentare il consenso per questo più’ che per le invettive contro gli altri.

Per questi motivi lascio il Movimento, per la mancanza totale di democrazia all’interno, per la povertà di contenuti. Lascio il Movimento perché non voglio rendermi complice dell’inganno che stanno perpetuando verso gli elettori: a parole sostengono il programma nazionale di Grillo, nei fatti approfittano del suo carisma per ottenere facili voti di protesta ed iniziare la propria personale “scalata” alle Istituzioni.

Non ci sto. I partiti non mi piacciono, ma il Movimento non è ciò che appare: non c’è democrazia all’interno, non ci sono idee che non siano quelle “facili” e scontate che la stragrande maggioranza delle persone può condividere, non c’è un progetto serio di società, solo slogan.

Un Movimento a parole di tutti, nei fatti solo di pochi.

Altro contributo sul tema del post a questo indirizzo: http://yespolitical.wordpress.com/2011/05/22/analisi-del-voto-a-5-stelle-fra-populismo-e-mandato-imperativo/

Chicca 5 Stelle

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Nel maggio del 2010, dopo le elezioni regionali di Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Campania, gli eletti nei Consigli Regionali e nei Comuni più grandi, vennero invitati una giornata alla Casaleggio Associati. Quello che segue è uno scorcio di post che vi furono tra “attivisti” in una delle Regioni dove si votò:

# Maurizio:

“Ciao a tutti, Colgo l’occasione per comunicarvi quanto segue. Sabato Beppe Grillo ed il suo staff hanno organizzato un incontro per i soli eletti a consiglieri comunali e regionali. Visto che ero a Milano per lavoro e visto che D. era impossibilitato ad andare, sono andato io a nome suo per ascoltare quali fossero le linee guida. Ero a fianco di Marco G. e quindi, se riporto qualcosa di errato, lo prego di correggermi. Di seguito gli appunti che ho preso in due orette di incontro (durante le altre due ore ci sono state delle esposizioni di alcune persone circa la loro esperienza di consigliere).

A PARTIRE DAL NON STATUTO 3 PILASTRI INDISCUTIBILI:

  1. NON E’ UN PARTITO e non ci si allea con i partiti. Rif. Art.4: le alleanze omologano il M5S ai partiti. 2. DENARO rif. Art.6: non esistono quote di adesione, né si accetta il finanziamento attraverso i rimborsi elettorali (abbiamo dato un segnale forte e non ci ha seguito nessun partito) 3. INTERMEDIAZIONI Non esistono associazioni “a 5 stelle”, coordinamenti territoriali, tavoli tecnici…

IL NON STATUTO NON E’ OGGETTO DEL DIBATTITO Chi mette in discussione il “Non statuto” non si riconosce nel M5S e come tale non vi fa parte. Associazioni solo per organizzarci meglio per quanto riguarda la burocrazia (richiesta banchetti, fondi, raccolta firme…). Non utilizzare, però, il simbolo del Movimento a 5 stelle.

 

PERCHE’ SIETE STATI ELETTI ?

  • Per FARE POLITICA (su degli obiettivi) e COMUNICARLA ai cittadini
  • La POLITICA è nel fare qualcosa e non definirsi per fare qualcosa (questo si lascia ai Partiti).
  • SE NON COMUNICATE NON ESISTETE
  • SE NON COMUNICATE ATTRAVERSO UN HUB NON ESISTETE (ragionare su come divulgare i progetti)
  • SE NON COMUNICATE, O NON RIUSCITE A COMUNICARE, LE PERSONE PENSERANNO CHE NON STATE FACENDO NULLA.
  • LA COMUNICAZIONE E’ IL CONTENUTO PRIMA DELLA FORMA.
  • LA COMUNICAZIONE E’ ORA, DOMANI E’ TROPPO TARDI (la comunicazione va progettata prima di fare l’azione )
  • UN’AZIONE CHE NON SI PUO’ COMUNICARE E’ INUTILE DAL PUNTO DI VISTA POLITICO.
  • LA COMUNITA’ DEL BLOG E’ LA VOSTRA BASE ELETTORALE

QUESTO E’ QUANTO HO APPRESO. I 3 PUNTI DEL NON STATUTO SONO INDISCUTIBILI PER CUI NON SI POTRANNO CREARE COMITATI, ASSOCIAZIONI CON IL NOME DEL MOVIMENTO E CON IL SIMBOLO DEL MOVIMENTO. IL COMITATO “regionale” DEVE ESSERE: CHIUSO O EVENTUALMENTE TRASFORMATO SIA NEL NOME CHE NEL SIMBOLO. SI UNIFORMERANNO I SIMBOLI UFFICIALI: SCOMPARIRA’ IL SIMBOLO DELLA LISTA CIVICA E RIMARRA’ SOLO IL SIMBOLO DEL MOVIMENTO (QUELLO USATO ALLE REGIONALI).

RIMANE FORTE IL CONCETTO DA SPINGERE “OGNUNO VALE UNO”; PER CUI NON CI SI DOVRA’ STRUTTURARE CON LEADER O SEGRETERIE O QUANT’ALTRO. SI DOVRANNO SFRUTTARE MAGGIORMENTE I CANALI DEL BLOG IN QUANTO QUEST’ULTIMI VERRANNO SPINTI PER CUI DOVREMMO INVESTIRE NEL SITO DEL MOVIMENTO INSERITO NEL BLOG DI BEPPE. DOVREMMO COMUNICARE INIZIATIVE, PROPOSTE… ED IL BLOG S’IMPEGNERA’ A PUBBLICARLE IL PIU’ POSSIBILE. SI CREERANNO ANCHE DEI CANALI VIDEO SPECIFICI.

# Seguono commenti di “Gianni”:

Ciao a tutti, io non c’ero alla riunione di cui parla Maurizio per cui parlo solo presentando la mia opinione. Io non mi sento affatto escluso ed emarginato essendo un candidato non “eletto”, anzi. Mi sento un “eletto” (in senso matrixiano) in quanto ho l’opportunità di fare cose concrete per migliorare questo nostro splendido paese.

Credo che a livello nazionale non ci debba essere alcuna organizzazione associativa o di comitato perché altrimenti c’è l’enorme rischio che si formino le sezioni locali. Questo sarebbe un modello partitico/sindacale che a me fa venire l’orticaria.

Da quello che leggo dalla sintesi che ha fatto Maurizio, non ci sono impedimenti per la creazione di forme giuridiche associative che ci permettano di relazionarci con la pachidermica burocrazia italiana. E’ stato solo detto che il simbolo e il nome “5 stelle” non si possono usare. Ma nessuno ci impedisce di creare una associazione del Veneto che si chiama “demo spassio a la democrasia da de soto”. Il non-statuto poi prevede che tutti i gruppi meetup legati al blog di Beppe possano operare sul territorio nel nome del Movimento 5 stelle.

Non so se interpreto il pensiero di Beppe o se è solo una mia opinione, ma se io vedessi dei politici anche professionisti che realizzano onestamente il programma delle 5 stelle me ne starei volentieri a casa con la morosa. Il fatto di metterci in gioco, di essere attivi sul territorio, per me ha il solo scopo di realizzare le idee che condivido con tutto me stesso che sono contenute nel programma.

Quindi, credo che a livello o regionale o provinciale ci sia la necessità di una minima organizzazione orizzontale per permetterci di comunicare tra noi e con la gente, che ci permetta di espletare pratiche burocratiche come l’occupazione di suolo pubblico per esempio, e dall’altra ci permetta di essere coperti legalmente e solidamente in caso di multe o quant’altro.

Nulla di più. Però mi aspetto che, come era stato detto in una riunione regionale post-elezioni, vengano fuori delle proposte concrete e non solo discussioni sterili e malcontenti.

Innanzitutto è indispensabile decidere come e chi decide. Scusate il giro di parole. Ieri sera è stata illustrata una possibile modalità di conduzione delle riunioni e delle decisioni. Ve la dico in soldoni come la ricordo.

Si convoca una riunione, a cui tutti possono partecipare, indicando un ordine del giorno. All’inizio della riunione ognuno può iscriversi a presentare una proposta. Ogni proposta viene presentata dal rispettivo relatore che ha tempo 3 minuti seguiti da 5 minuti di domande chiarificatrici del resto dell’assemblea.

Alla fine della presentazione delle proposte per ogni punto all’ordine del giorno si vota eliminando le proposte bocciate e tenendo valide le proposte accolte per una seconda discussione, e successivo ballottaggio. Il tutto verbalizzato e reso pubblico magari tramite video.

# Si aggiunge “Giampaolo”:

Scusa Gianni ma non capisco che problema ci sia nel creare delle sezioni locali. Non avere sedi non significa necessariamente non avere delle sezioni locali, che si confrontano via web.

Perché si vogliono cancellare i simboli delle Liste CiViche per favorire il simbolo del MoVimento quando questo non si può utilizzare se non prima delle elezioni?

Perché il MoVimento deve restare un ectoplasma cioè un qualche cosa di inesistente e deve comparire soltanto quando ci sono delle elezioni?

Perché con il voto on-line non si può decidere che simbolo utilizzare e questo viene deciso da una riunione segreta degli eletti alla faccia del non-statuto che dice espressamente:

“Il MoVimento 5 Stelle non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro. Esso vuole essere testimone della possibilità di realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi”.

Dove posso trovare lo scambio di opinioni degli utenti della rete sulla riunione segreta di Sabato? Faccio solo notare a Giordano (che mi ha risposto privatamente) che non è da Sabato , cioè dalla riunione dei consiglieri eletti, che sto chiedendo queste cose.

Ho inserito parecchie idee nel meet-up regionale, e questa in particolare ha visto già oltre 30 voti. L’idea nel meet-up è stata inserita ben prima di questa riunione, pertanto Giordano non sto criticando come dici tu “la linea di Beppe”, sto cercando di far capire a tutti le mie idee e magari tentando di convincere tutti a riprendere e ad inserire nel blog le riunioni,e a ricevere i messaggi dalla rete magari proprio in diretta durante una di queste. Sto cercando di far capire che chiudersi non serve, anzi è controproducente.

Pertanto io andrò avanti a chiedere, a rompere, mi dispiace ma son fatto così, nulla di personale con nessuno.

Maurizio, non mi è ancora chiaro il concetto che riguarda il simbolo, secondo me non si può utilizzare per una raccolta firme di una petizione, anche perché avrebbe poco senso dire “non ci sono strutture ne organi di rappresentanza” e poi dire chiunque degli attivisti iscritti al movimento può utilizzare il simbolo per raccogliere firme per una petizione su un comune tal dei tali…

 

# Maurizio

Vedo di risponderti concretamente. Da sempre esistono associazioni Grilli XYZ con proprio LOGO x organizzare banchetti, eventi etc. Al banchetto poi USI chiaramente il logo del Movimento. Tutto qua, niente di strano. Questo perché il logo del Movimento e’ registrato e per usarlo c’e’ una procedura burocratica… Non avrebbe senso. E’ quanto accaduto x la raccolta firme regionali. Si e’ usata associazione grillixyz x richiesta suolo pubblico e poi usate bandiere del Movimento. Per il resto sono in sintonia con te, bisogna trovare modi e strumenti x dirette e per tutelarci da “infiltrati”. Ciao

# Marco

Ciao… nessuno alla riunione di sabato aveva intenzione di nascondere nulla. Non ci sono complotti. Eravamo li in rappresentanza di tutti voi. Siamo la stessa cosa, noi e voi. Siamo stati eletti dai cittadini grazie al lavoro della base, grazie appunto ai non eletti. Dopo il discorso iniziale di Beppe, che altro non ha fatto che ribadire 3 dei punti del non statuto (che tutti dovrebbero già conoscere). Ci sono state lezioni di strategia elettorale e di marketing. Che a mio giudizio Casaleggio aveva tutto il diritto di non sbandierare in diretta nazionale solo per paranoici timori complottistici di alcuni. Tutto qua. Beppe non vuole che nessuno poi usi il suo nome e simbolo senza il suo permesso? Come dargli torto, voi che fareste? Calmi tutti non e’ successo nulla.

# Giordano

Ciao Luk, ti ringrazio molto per la mail molto precisa che hai inviato, le attività che fate voi sostanzialmente coincidono con le nostre, non a caso se non sbaglio erano scaturite da precedenti nostri incontri regionali, oltre che essere le cose di buon senso più importanti da fare ora. Noi stiamo pensando, anche alla luce delle nuove direttive di Beppe alla riunione di Milano, di pensare al sistema più efficace e “leggero” di creare organizzazione tra i gruppi delle nostre provincie, questo non perché sia urgente ma per risparmiare energie nei lavori che dobbiamo affrontare senza fare doppioni, creare un data base per rapide consultazioni, disponibilità di attivisti, loro competenze specifiche, spese sinergiche sul marketing e il sogno di avere un grande blog regionale che funzioni come un treno e come traino per tutte le iniziative. Come dice Beppe, ora prima di fare qualunque iniziativa bisogna pensare al modo di renderla pubblica, di far sapere alla gente chi siamo e cosa facciamo.

# Da Luk ad Alex

1 – C’è un evidente problema di comunicazione nel tempio della comunicazione. 2 – Ci sono anche delle discontinuità logiche. 3 – C’è un deficit generale di pensiero. Prima ancora di espressione. 4 – Ci sono delle contraddizioni che potrebbero anche essere strutturali.

Mi sembra difficile capire la situazione. Ho l’impressione che il Movimento non si riconosca ne sui concetti né sulle modalità. Se ci fossero delle spiegazioni forse si potrebbe capire. Tu hai chiesto ma nessuna risposta da mesi. Possiamo trarre alcune deduzioni dalla riunione di Milano del 22 maggio.

Beppe parla ai consiglieri perché si facciano portavoce verso il movimento. Quale altro senso avrebbe parlare del simbolo a chi lo detiene già come gruppo consigliare.

Io sono consigliere, ho di diritto la titolarità del simbolo (questo è giusto). Beppe però dice solo a loro che nessuno può utilizzare il simbolo. E’ un capolavoro. Il resto del movimento rimane senza, come se non avesse fatto niente oppure solo se omologato alle volontà del consigliere. Una piramide perfetta.

E’ quindi un’investitura, forse temporanea. Una soluzione che si può giustificare con la comodità di parlare a 40 persone dando per scontato che siano i capi locali riconosciuti del movimento. A me sembra una semplificazione devastante.

Sembra quindi che per ora il movimento si strutturi con un’assemblea dei consiglieri il cui compito è trasmettere le direttive politiche di Beppe Grillo alla base del Movimento.

Forse come dicevo è una soluzione temporanea, forse non è possibile fare meglio, chissà. Mi pare però che la costante stia diventando un notevole disagio.