Secondo post di tre, articolo tratto da LA STAMPA del 7 maggio 2017
Il molto discusso magnate, filantropo investitore di origine ungherese, che nel 1992 atterò sterlina e lira con le sue speculazioni, poco amato in Francia dove è stato processato per insider trading ai danni di Société Génerale, è molto più di un semplice donatore di ONG e promotore dei diritti umani ( qui il Soros benefattore raccontato da lui stesso).
Attraverso la sua Open Society Foundation sostiene una rete di centinaia di Ong che operano coprendo un enorme spettro di attività e con obiettivi spesso apertamente politici negli Usa e nel mondo. E collegamenti con i media .
Proprio per questi motivi di lui e delle sue Ong si finisce per sapere di più, per via dei molti leaks, ultimi i DCLeaks, oltre che attraverso la stessa OSF e il suo braccio europeo, l’ Open Society Policy Institute. E’ un labirinto dove non è facile districarsi.
LA RETE USA. Un post di Discover The Networks, apparentemente del 2011, pubblica un nutritissimo elenco delle Ong finanziate direttamente dalla OSF di Soros e in coda un gruppo più limitato che ricevono soldi da alcune delle prime. Leggendo le brevi spiegazioni accluse a ogni titolo, par di capire che si tratta di Ong che operano fondamentalmente negli Usa.
Da un post 2011 (linkato), di sorosfiles.com (sito di due documentatissimi attivisti diventati anti-Soros) si arriva a un elenco più limitato delle prime 150 Ong, con indicate anche le somme versate a ciascuna, ma solo dal 2005 al 2009.
Scorrendo le liste salta agli occhi come tali Ong portino avanti tutti i temi di punta dei Democratici e/o sottendono fette di elettorato tradizionalmente Dem: anti-militarismo, contro la tortura, il razzismo e in generale contro l’agenda conservatrice; a favore di Palestinesi e Castro, pro-latinos, pro-musulmani, e pro immigrati e loro diritti; più, ovviamente, clima, ambiente, lavoro, diritti delle donne e LGBT, sanità, educazione, riforma della legge sulla droga – questa al secondo posto nei finanziamenti. Al primo posto una Ong sui media, con $15 mil ricevuti 2005-09. Tutti temi in sé cari ai sinceri democratici e progressisti, americani e non solo, per lo più fatti propri dai media mainstream. Schierati – come Soros- contro gli argomenti nazionalisti, anti immigrati e anti musulmani della destra di Trump.
Soros filantropo ‘di sinistra’ disinteressato? Vediamo.
Un altro post di sorosfiles non solo conferma quel che appare intuitivo: che il miliardario con la sua fondazione – oltre a finanziare direttamente il partito dell’Asinello, che figura nella lista – è diventato una potente macchina di creazione del consenso a favore dei Democratici.
Ma il post va oltre e spiega gli strettissimi legami, politici ed economici fra il finanziere e Obama (non personali, riteniamo). Racconta come da documenti erariali del 2010 Soros avrebbe (noi usiamo il condizionale) espanso il suo impero negli Usa usufruendo di fondi della legge che varava aiuti all’economia nota come ‘Obama stimulus’.
La OSF insomma – sintetizziamo – usava i beneficiari delle sue Ong per fare lobbying e acquisire contratti pubblici legati alla formazione, la green economy ecc. . Portando avanti i temi Dem e conquistando elettori al partito mentre allargava la propria influenza, guadagnandoci pure sopra.
Che Soros abbia sostenuto fortemente Hillary Clinton alle ultime elezioni è del resto noto. D’altra parte sul fronte opposto, quello della destra repubblicana di Donald Trump, con il sostegno di altri miliardari come i fratelli Koch e i Mercer e di think tanks conservatori, si è dato vita a una rete non così fitta ma aggressiva e alla fine vincente, come si è visto ( qui e qui Underblog).
La RETE ESTERA. Già nella lista citata spuntavano alcune Ong attive fuori dagli Usa: il ministero dell’Educazione della Liberia, l’Università Europea di San Pietroburgo, la Baltic American Partnership, che gode anche di finanziamenti dell’USAID, braccio semipubblico della CIA nel mondo . E l’International Crisis Group, citato sopra, che ha come scopo “la ricerca e il sostegno nelle crisi e nei conflitti armati”, si legge enigmaticamente in un’altra lista, questa ufficiale dell’Open Society Institute a proposito delle partnership dell’organizzazione.
Numerosissimi i partners citati, dalla Banca Mondiale a WHO, UNICEF, UNESCO, OSCE, UE, Consiglio d’Europa; e organizzazioni governative, governi, fondazioni private americane ed europee, istituzioni educative e università (fra queste Columbia, Oxford, Cambridge, Ottawa, Maastricht University).
Tra le Ong partner figurano anche HRW, Médécins sans Frontières, il sito di analisi politica Project Syndicate, Refugee International, per “l’assistenza e la protezione dei rifugiati”; le branches locali di Transparency International contro la corruzione, e Policy Association on Open Society per “promuovere la democraziona nell’Est Europa e ex Urss”. Esempi dall’elenco di per sè parziale, ammette la fonte.
Nutrito l’elenco delle Ong finanziate dall’OSF fino al 2014 emerso dai DCLeaks nel 2016, a cui rimandiamo. The Saker (sito vicino alla Russia) che ne pubblica una parte ne sintetizza gli obiettivi attraverso le parole chiave: diritti umani, delle donne e LGTB, notizie alternative (pur avendo ottimi rapporti con i media mainstream, osserva il post), uguaglianza di genere, minoranze, democrazia. E immigrazione. “In pratica cercano di influenzare gruppi di sinistra, governi femministe, migranti, gypsies, giornalisti nonché partiti nuovi (citati il M5S, Podemos e Syriza – ?!?). Deprecano la destra, il fascismo, la Russia, l’Ungheria di Orban, qualsiasi cosa resista all’UE”. The Saker elenca anche varie tecniche di influenza.
Nell’elenco molte Ong che operano in Europa, specie nell’Europa dell’Est, prima la Polonia, e una dozzina specificamente ‘Europee’, più Transparency Intl- Liaison Office to UE, Young European Federalists, e Alter EU, presente nei 28 paesi UE, per conquistare alle idee a ai valori di OSF i candidati all’Europarlamento.
In questo contesto fa un po’ sorridere che le tre organizzazioni italiane nella lista siano l’Associazione Upre , che promuove la cultura Rom e le relazioni interculturali; l’ Arcigay e l’Associazione 21 Luglio – queste presenti anche in un altro file dei DcLeaks che cita pure le somme elargite.
SOROS NEI DCLEAKS.
“Migliaia di files interni alla OSF di Soros sono stati resi pubblici nel 2016 dopoessere stati piratati. Riuniti nel sito Soros DCLeaks contengono moltissime informazioniche dimostrano l’influenza che cerca di avere il miliardario mondialista (e pro immigrazione) nel mondo. I files si riferiscono al periodo 2008-2016”
“Secondo le rivelazioni di DCLeaks questi documenti sono stati hackerati da un gruppo di attivisti americani che vogliono mostrare la realtà del ‘processo di presa delle decisioni” e dei ‘veri elementi della vita politica americana’”. Così un post francese (di Lucien Pons).
Il post segnala alcuni files di particolare interesse per gli europei.
$100 000 sono stati dati a United for Intercultural action per l’insieme dei paesi dell’UE. Obiettivo “Contrastare i partiti populisti in Europa in vista delle elezioni europee. In collaborazione con European Network against racist et Hope not Hate, United condurrà una campagna di comunicazione focalizzata specialmente su Francia, Grecia, Ungheria, Italia e Paesi Bassi”.
$ 130.000 sono stati attribuiti al giornale EUObserver, che aveva lo scopo di analizzare la montante “narrazione di odio” e combatterla, reclutando giovani giornalisti sul campo.
$49.500 sono andati a “Italiani alternativi” [sembra riferirsi non a un gruppo specifco ma a un programma e a vari gruppi] per “dare più importanza e tempo di parola ai senza voce, cioè migranti e giovani”. Per questa via attivisti italiani e volontari hanno ricevuto donazioni.
In tutta l’Europa, “centinaia di Ong ‘indipendenti’ lavorano con l’OSF , anche istituzioni come l’UE”- aggiunge il post francese. Uno dei progetti della fondazione è chiaro :”Fare accettare agli Europei i migranti e la sparizione delle frontiere”.
Si potrà essere o meno d’accordo, disturba l’interferenza.
Significativi gli obiettivi del suo Open European Policy Institute, il braccio Europeo dell’OSF, raccontati ufficialmente sul suo sito :
*Fornire prove e argomenti per dar forma a dibattiti politici e processi decisionali:
*Collegare la rete di OSF con le istituzioni UE e gli Stati membri;
*Impegnarsi in dibattiti sul futuro delle istituzioni UE e delle politiche per promuovere valori della società aperta;
*Costruire solide relazioni con funzionari, politici, e altri protagonisti per mantenere le libertà civili, i diritti e e la giustizia nell’agenda europea.
Non sorprende troppo scoprire che l’ Open Society European Policy Institute abbia preparato un memo intitolato “Alleati affidabili nel Parlamento Europeo 2014-2109″ in cui annota l’importanza di costruire relazioni’ durature e degne di fiducia’ con europarlamentari ‘credibili nel sostenere il lavoro di Open Society’.
La mappa tracciata offre una intelligence sui membri dell’8° Parlamento Europeo propensi a supportare i valori della Open Society nella legislatura 2014-2019. Comprende 11 comitati e 26 delegazioni e i più alti corpi decisionali dell’Europarlamento: 226 europarlamentari sono/sarebbero alleati o vicini all’Open Society. Qui la lista nuda e cruda, qui il file originale dai Soros DCLeak con il lungo e dettagliato documento.
SOROS IN UCRAINA. Vi aveva dedicato un post Remocontro, il sito di Ennio Remondino, una mini-inchiesta sulle ong umanitarie e il ruolo di NED e CIA nel paese dove operavano ben 150 Ong.
“E’ ormai assodato che Soros è stato profondamente implicato nelle proteste di Maidan a Kiev e nel colpo di stato violento che ha cacciato un governo democraticamente eletto in nome dei “valori Europei …”, scrive Zerohedge.
“Dai recenti DCLeaks – leggiamo in un post linkato – si apprende che la rete di organizzazioni no-profit ha operato anche su membri UE per supportare una narrazione pro-Maidan e per scoraggiare eventuali legami e sostegno alla Russia” (si fa l’esempio della Grecia e dei soldi ai media greci).
E ancora: “Oggi – prosegue ZH – nuovi documenti nella nuova tranche di 2500 files [i DCLeaks] mostrano l’immenso potere e controllo avuto da Soros sull’Ucraina anche dopo il sovvertimento del governo…Dai leaks emerge come “Soros e le sue Ong ebbero dettagliati incontri con i vari protagonisti del colpo di stato in Ucraina, dall’ambasciatore Usa Goffrey Pyatt e vari ministri ucraini …. Piani per minare l’influenza della Russia e i suoi legami con l’Ucraina sono al centro di ogni conversazione… L’Ong di Soros International Renaissance Foundation(IRF) gioca un ruolo centrale nella costruzione della Nuova Ucraina, come Soros definisce il suo progetto”.
Non stupisce che un anno dopo i fatti di Kiev Putin abbia bandito per legge una serie di Ong straniere – ha scritto il Guardian – a cominciare dal NED, non proprio una Ong come abbiamo visto ma finanziato direttamente dal Congresso Usa, a seguire Amnesty , HRW e varie Ong ucraine e polacche legate a Soros. Lo stesso sta facendo la Cina, imponendo alle ONG stretti controlli di sicurezza.
Post successivo: “Ong umanitari (3). George Soros, l’immigrazione e la crisi europea dei rifugiati”
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